Il primo canto d’autunno – parte uno
Per stemperare la timidezza dell’esordio e attenuare la titubanza e il senso implicito della vanità di ogni anelito, anche il più appassionato, stamattina mi sono soffermata ad ascoltare, attonita, frugando nella chioma ombrosa che lo celava accuratamente, amplificando con maestria ineguagliabile la grazia delle note, canto sprigionato dall’esile, preziosa gola di un pettirosso.
Fragile filo tessuto nell’invisibile,
occultato da lucide foglie, umide di brina, sorprendente il nitore cristallino
data la struttura effimera dello strumento delicato che lo andava modulando,
squisita la gola canora, inimitabile l’elegante dirompente scroscio che
riempiva la mia anima.
Il pettirosso è un cantore solitario
e a differenza della più parte degli uccellini, esprime la sua arte anche nella
stagione d’inverno. Nelle serate più gelide, appollaiato su un rametto spoglio,
infreddolito ma impavido, gonfia le piume per creare tepore ai pochi grammi di
peso in cui la Madre ha riposto il suo amore sapiente, un palloncino piumato,
eretto, sobriamente curioso degli affari del mondo, gli occhi grandi come la
luna nera, lucenti schegge di smalto. La fiamma del petto fulge anche nell’ombra
e il canto prorompe infaticabile, trionfante trillo.
Una delle mille voci della Madre.

Il primo canto d'autunno - parte uno diTiziana Antico è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

una delle voci più belle...
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