Troglodita

Sono una troglodita senza curiosità alcuna di girare il mondo
né di esplorarlo, neppure di scoprirne i segreti, svelarne
l’enigma, decifrarne l’arcano incantato che serpeggia nelle
sue vene preziose.
Ma neppure sono stanziale.
La mia anima si aggira, vagabonda pellegrina senza meta,
negli angoli più sperduti, in recessi irraggiungibili,
naviga circuendo sponde ignote, terre verginali,
planando in cieli immensi e luminosi e intemperanti correnti
aeree senza nome. I suoi balzi, da una stella all’altra
lasciano tracce invisibili, parabole opalescenti, profumi
misteriosi il cui sentore di spazio infinito e di vuoto
avvolgente intride abissi insondabili, dimensioni inviolate
e inviolabili, segmenti teorie e ipotesi inscritte ed espulse
da orbite remote.
Dalla mente astrazioni, antenne tentacolari in cerca, rami
protesi e bocche neonate protuse cullate da sogni smemorati
con tenera sollecitudine, portatori delle reminiscenze
della Madre, amanti del vespro e del suo canto ombroso,
celate nel suo grembo di fuoco e ferro e nichel e metalli
liquidi e vapori brucianti.
Resta stordita l’anima da questo turbinio incessante, dal
brulichio immoto di stalattiti taglienti e forme laviche
inebrianti fantasmagorie celesti di inenarrabile bellezza.
Sculture eteree, lessico cromatico
dalla struttura complessa, purissima semplicità,
del nucleo adamantino dell’inizio, affiorato dal
mistero dei mondi e della loro origine;
Per spiegare l’inesplicabile è stato inventato dio,
oscuramente peccaminoso e fautore di crudeltà e bramoso
di sacrifici e avido di schiavi. Non padre o madre buoni,
ma esigente padrone insaziabile e oscuro. A nostra immagine
e somiglianza.
Sono una troglodita senza curiosità alcuna di girare il
mondo.
Mi tormenta un compianto infinito. È stato brutalmente
saccheggiato, deliberatamente devastato, alterato,
distrutto. Fin dagli inizi del nostro divenire
umani, ma negli ultimi cinquant’anni a ritmo vertiginoso.
La prole della Madre, violata, sfruttata, manipolata, mutilata,
massacrata… sono una troglodita e non voglio girare
il mondo, né percorrere sentieri tracciati dalle orme
della mia specie. Il mondo degli umani gronda
sangue e il suo odore intride ogni cosa.
L’olfatto sgomento patisce, il cervello registra,
rilancia, il pianto della Madre giunge fino alle stelle
e mai cesserà.
Echeggia, urgente, solitario, desolato, disperato,
riproducendosi all’infinito, nell’infinito.



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Troglodita diTiziana Antico è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

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