Il boschetto si erige
Freme
l'apice chiomato
stagliandosi
nel divampare
del fuoco
d'autunno.
Inaudita la visione
dopo cecità
oscura,
membrana
di utopie in frantumi,
bisbigliante l'eco
l'idioma
del cuore
addormentato,
intricata la soluzione
del sogno.
Scheletro caduco
la nervatura
delle foglie,
forma immatura,
sopravvive il reticolo
a metamorfosi
nel declino sornione
delle cose,
serrando l'orbita
il tempo,
con sobria indolenza.
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