Dissenso
Fosti carpita. Ti ghermi' la vita
e ti condusse con sé, avendo formulato una formazione, costruito una neo-formazione, trasformandoti
in una informazione, innocua, forse,
sicuramente non innocente.
Fosti dapprima latente, poi, consapevolmente latitante,
pellegrina agnostica, solenne, non
brandisti, neppure fedifraga,
vessilli. Soprattutto non andavi
professando parole d'amore.
Incarnavi, carcerata errante di
cella in cella, servendoti di una
anima asservita alla propria malinconia, una Utopia.
Riverberavi un'ombra gotica,
fievole riflesso di splendori
mai esistiti, nei quali, peraltro
vanamente, si attardavano sussurri
o sospiri per un vago, lancinante
rimpianto.
Il dolore ti destera'. Invano. Eri
sveglia, vigile anche il torpore
nel quale avresti voluto naufragare.
La percezione di un ineguagliabile
dissenso, di-s-senso, ti porto ' all'ignoto, lontanissima, siderale.
Comprendesti che il nulla
ti aveva pervasa, in realtà una
nana celeste, fonte, terminale,
silenziosa, densa rarefazione,
alchimia della fine. Scomposizione
senza ritorno. Non senso. Non più dissimulato.
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