Ombra
Mi irretisce l'Ombra
attraversa asincrone fasi,
forme, evocando
languida, inseguendo
un suono.
Atteso anfitrione, danzatore,
danzatrice, damigella,
interlocuzione tra un passo,
un soffio, un pallido volo
genuflesso.È l'ombra anima
dell'anima delle cose.
Disincanto.
Il primo fendente spezzò l'Uno
e fu inizio della fine.
Come se, una similitudine
divenendo realtà,
si cancellassero cose.
Iperbole della condizione umana la genericità dell'essere cosa. Indefinitamente.
È lento il processo di cancellazione,
contraltare del fenomeno opposto,
di costruzione, veloce, dell'anatomia della mente, le contorsioni magistralmente finalizzate allo
obiettivo di quel fendente che
spezzò l'Uno, per porvi fine.
La lentezza è garanzia di severità.
Tentativi passati, tentacolari e
inefficienti.
C'è del sublime in questa opera.
Ma anche insensatezza.
Collusione con una sofferenza
insostenibile per la sua atrocità.
Per l'inutile spreco.
Quando si colmera' la misura?
Quale la misura ideale perché
si colmi l'incolmabile?
Nella zona d'ombra si annida
la fonte del pensiero, da
profondità inaudita affiora,
da quella sfera distende ali
affusolate.
Muschio e lanuggine leggeri
si aggregano, simbiotici,
la direzione è circolare,
sognante, ondivaga.
La materia che lo anima, segreta.
L'articolammo insieme,
inventando parole precedute
da un rauco sussurro, un
balbettio indistinto.
La fine incombeva, creata
dalla luce, intorno.
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