Codex ethicus

"Segui un codice etico che il Sistema, comunque, ha previsto,  e prevede.
Non è obbedienza.
È una opportunità alla quale il libero arbitrio di cui ogni individuo è dotato, consente spazio, coltivandola. O non coltivandola. Per lasciarla morire.
Se la maggioranza dei popoli, o di un singolo popolo, sceglie una strada diversa da questo "codice etico", 
ben venga la rivelazione nella quale
si manifesti la qualità peculiare 
della essenza umana. Con tutte
le conseguenze, avverse o favorevoli, 
del caso."
Mi intriga questa riflessione. 
Portata agli estremi metterebbe in luce la natura stessa del tuo essere. 
Puoi permetterti il lusso di esercitare il libero arbitrio perché vivi, casualmente o in ottemperanza ad un progetto 
originario che ti è dato decifrare, realizzare e rappresentare,  in questo ciclo storico nel corso del quale, entro certi limiti, si plasma la tua facoltà 
di pensare, riflettere,  decidere ed 
agire.
Vivi in un sistema che sta cercando di sgretolare certi suoi elementi,  non
più congeniali al suo mantenimento. 
Forse tutti? Che nessuno di questi 
elementi sia funzionale allo scopo?
L'eccesso è esorbitato, non sarebbe
eccesso, d'altro canto. Non è 
compensabile. Non ha potere 
contrattuale. 
Forse è questa la sua funzione, 
demolire, destrutturare. Se per una
ipotesi di futuro o per la definizione 
di una fine senza remissione, 
chissà.

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