Asserzione della pena
La sofferenza soffiava,
senza che nessuno vi ponesse fine.
Non c'è bivio, possibilità di scelta o alternativa per gli
animali. Sono soggetti ad
essere oggetto. Oggetti.
Cosa senza speranza. Un processo di spietata reificazione li annulla.
Senza che la ribellione a
questo "Status" sia prevista,
tranne che in storie, cronache fantastiche
dell'oltre mondo. Nulla
spazza via questa sofferenza che coincide
con l'arco intero del loro
esistere.
Non c'è per gli animali il
buon samaritano ad alleviare, spegnere arsura, paura, dolore, torture.
Solo profanazione, sopraffazione sono destino di tutti gli animali.
Fino a che calpesteremo con albagia la Madre Terra.
Fino a quel momento.
Essi patiscono l'infausta
convivenza, la coabitazione
con una specie vorace, indegna, la specie umana.
Ha travolto ogni equilibrio
naturale, l'armonia selvaggia, la quiete della
Natura. La sua bellezza
arcana.
Vogliamo saziare l'insaziabile.
"Potete discriminare il
bene dal male?
Condannare gli uni e salvare gli altri? Ergervi, su un pulpito dal quale
giudicare? Chi lasciare,
abbandonare, percepire
sodale?
La malvagità serpeggia,
La crudeltà impera, direttamente esercitata
o delegata.
Indifferenza e scandalo
procedono di pari passo.
In sincronia.
La speranza è inganno estremo.
La crudeltà perfetta, polimorfa, determinata.
Esclusivamente umana.
L'innocenza animale non
ci appartiene."
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