Esegesi

Esegeti, finemente cesellati dal tempo, interpretarono con devozione la storia dei mondi. La dettarono a
scriba fervidi, obbedienti,
che la trascrissero con
minuzia ma, talvolta, quando non consona al
loro pensiero, concedendo
alla scrittura una trasgressione, un arbitrio
non facilmente identificabili. 
Non fu scolpita su candido
marmo. Non su pareti di liscia pietra in ampie, profonde caverne.
E neppure su pelli animali
pallida effige di una vita
remota.
Nella memoria fu altresi' impressa quella lunga storia.
Effimera, a dire il vero, effimera ed inconsistente.
Una storia al contempo mutevole nella sua fondamentale immutabilita'.
Deprivata. Limata. Logora
perché trasmessa da menti
ad altre, limite di sé stesse.
Scandita da pietre miliari
che conducevano al punto
di partenza.
Punto di fuga.
Punto di arrivo.
Coincidenti al proprio
ambito confine,  concentriche.  
Della storia dei mondi si
erano appropriati teoreti
affamati di potere.
La plasmarono a tal punto
da esserne, infine, inghiottiti, svanendo, polvere ingrata.
Rimasero, incontaminati,
mondi senza storia perché 
con gli avidi teoreti, si erano dissolti esegeti e scriba,
e la memoria impura da loro trasmessa a generazioni e generazioni afflitte dall'essere nulla.
Svanirono senso e insensatezza. 
Svaniranno anche i mondi ma non verremo messi a conoscenza di questo 
evento fatale.




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