devozione
Non sei fors'anche tu,
ombra diafana,
costellata di ferite
sature di sangue
del colore del sangue,
esangue,
rea di quel danno?
Uno squarcio,
transito di mondi
pervasi di ordine
arcano,
colmo di quiete,
immobile, sospesa.
Hai scoperto
quell'ordine e
non volesti porre
rimedio
alla sua perfezione.
Tiepida culla,
incorporea forma,
intransigibile l'ago
per la cui cruna
decidesti di passare.
Afffioro' per un istante,
effimera
la soluzione,
variante muta
del nulla,
transfuga,
esiliato dall'unica
essenza sognata
e ancora trasognata
accompagnatrice
in quel sogno
che evoco'
amante,
la Morte.
Discendesti,
in segreto,
una scala che dietro
I tuoi passi,
svanendo,
ti faceva memoria
che niente torna,
se non replicando
un pensiero
privo
di sapienza.
La scomposizione
divenne armonia.
( Immagine fotografica di Redi)
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