Tu che parli d'amore

Tu che parli d'amore senza
tediare.
Non lascerà memoria 
il tuo dire, né di noi che ti
ascoltiamo, né del tracciato
effimero, languente.
Di quel lignaggio cui 
appartengono le
ombre, nulla permarra' se
non  raffigurazione e plauso
diffuse al teatro degli
spettri, illusione d'eternita'.
Modelli sovrapposti,
allegoria, mutualità differita
nel tempo, oltre.
Leggera transiti al di là della luce, errante forma erratica
espansa, evocata, la canzone. 
Non aspiri all'immortalita'.
Neppure a cercare, tanto
meno a reperire, un senso
nell'antitesi che ci fu soglia
e nella quale,  dilaniandola, 
fu segregata la vita.
Ti affligge non l'assenza di
un qualsiasi senso, ma
crudeltà, ingiustizia, l'inganno
perpetrato, la sua legittimazione. 
Qui, ora, il canto del dolore.
Qui, ora. Non esiste il domani.
Chi sa...è irrilevante.
Immagine fotografica di Francesca Spadaro




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