Visione
Visione estatica,
quella soglia, embricata
alla trasparenza
dell'essere suo
quinta essenza.
Inflessibili fili
inguainati di perle,
Lacrima Mundi,
austero dolore
nel manifestarsi,
oscuro
contenuto
oltre l'invisibile
passo,
di fronte al quale,
Clessidra,
vivente
di vita propria,
decidesti
di sostare.
Dianzi all'abisso,
profondo
incommensurabile
si perse
il tuo permanere.
Lo contemplasti
a lungo.
Con grazia,
attingevi al distillato
odoroso
del tempo.
Scorreva.
Passato. A venire.
Ignota la misura
dell'anima
e della compassione
che ne spezzava
il cuore,
perché irreperibile
il rimedio.
L'infinito
volesti arginare.
Come atto estremo.
Non d'amore.
È follia la pena.
Esattrice paziente,
illune peana,
ammutolita.
"Il qui, l'ora".
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