Conoscenza

Te la porsero e rifiutasti.
Già sapevi.
Già conoscevi.
L'intuizione era reliquia in
quel frutto innocente il cui
colore accecava occhi miti,
ingenuamente persi in un
desiderio languido, indistinto
ma lancinante.
Il rosso di un ventre arcano
assopito fino  a quel momento,
ammaliatore,  avrebbe potuto
sedurti con grazia, simulando
con sincero afflato la bontà implicita nell'accoglimento dell'offerta.
Se tu non avessi saputo.
Conosciuto, le inenarrabili
conseguenze di quella 
decisione. Che non prendesti.
Avevi in orrore la sofferenza 
che avrebbe comportato accettare il frutto.
Anche il suo veleno era
innocente. Se non trafugato
da un morso incuriosito.
Assorto. Cui sarebbero
seguiti altri, ineludibili, 
inavvertiti alla polpa,
 succulento il candore.
Tu sapevi.
Conoscevi.
Ti sottraesti, saggia.
Ma il corso delle cose, 
il decorso della storia procedettero
diversamente dal tuo intento.
Chi ti aveva offerto la mela
non fatico' a trovare una 
creatura che nuda si aggirava,
nel giardino segreto, inventata forma utile allo scopo, 
ai confini ingovernabili 
del tuo pensiero. 
Tacque, acconsenti', assaggio'
e lacrime senza fine ebbero
accesso al mondo.
La mela. Custodisce ancora potere incantato.
La mela avvelenata corre
lungo eoni, a malapena
 definita, percorre meridiani,
indifferente o ignara, diffonde
il suo potere, lasciando
al cauto, o all'incauto,
la scelta.
Al remissivo o al crudele.
Alla vittima o al carnefice.
Ad ognuno.
Non ti restava che
 contemplare il tracciato, tormentoso, disegnava
l'esistenza e la sua 
insensatezza volubile,
ingannevole
 o ingannatrice,
eri il percorso e
il suo compimento.
Epitome senza esito
alcuno.






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