Perdita

Il senso della perdita è nella  ineluttabile percezione
dolente, dolorosa, dell'
accaduto.
Nell' afflizione che solo
la materia di un pensiero 
peraltro intraducibile può alleviare.
Anche il farsi mite, da parte
del dolore, quell'attenuarsi,  inevitabile, forse salubre, misterioso, ne  è parte. 
Forse anche il senso di colpa
per la resa, graduale, all'accettazione del distacco
ne è parte.
Residua la memoria  infierisce.
Poi se ne fa una ragione. 
È l'accesso allo spazio
 profondo  nel quale galleggiando sospese
 fluttuano forme
 insostanziali, delicatamente
sfiorano trasparenze
animate o no, inanimate
come parole che agognano 
il silenzio.
Poi nulla il non essere il
non temuto perché non
temibile. 
L'accogliente. 
La sfera inimmaginata
perché non esiste più 
un intelletto fervido che
possa immaginare,
confinando reliquie 
in anguste celle laddove
la realtà immaginaria
si converte in pacata
benevola illusione. 





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