Confluenza

Una confluenza inaudita
ti recò con sé. 
Da dove ti avesse trafugata
e perché è questione 
irredimibile. 
Ma ti trasse 
da una cosmogonia che luce
e buio comprende in 
sincronia perfetta anche
se insindacabile alla mente.
Con quella identità e forma,
immutate, solcavi mondi,
sondavi oceani incastonati
in pianeti cui nessuna eresia
conferirà mai nome o 
imporrà misure e perimetri 
e orbite il cui ritorno 
è finzione, 
da assecondare,
perché misura e perimetro
sono dettati dal silenzio
e da una solitudine espansa
oltre l'immaginario divino,
che discepoli incauti, devoti
ad una fede cui non 
appartiene senso,
naufraghe monadi 
alla ricerca
del punto di fuga, 
colmano di offerte, 
peraltro rifiutate.
Rappresentazione
 di un sogno, ti celavi
alla sua ombra, paga 
del secreto distillare 
rugiada amniotica
che la sete residua 
della memoria 
assolvera', 
relitta.
Nel riflesso, la cui fonte
estinta riverberava
sospiri senza eco, 
nitida similitudine con 
la fine e il suo sussurro,
ti concedesti
la pace,
la ragione, pura.
Immagine fotografica di 
Tamara.






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