Veglia

Veglia la morte 
l'effimera forma,
indagatrice 
del suo essere divenuta,
compiutamente,
quell'effimero svanire,
caduco,
non memorabile 
evento,
scrittura.
Mano a mano
incidi la misura
della cancellazione.
Nella gradualità 
l'oblio,
serafico, indolente
per una innata 
maestria
nell'arte del non soffrire,
per non avere ricordo
del soffrire medesimo.
Veglia la morte
migratrice,
viandante inesausta,
il tuo sconfinato
abbandonare
noncurante
spoglie regali,
frantumi che sparge
la sua ombra gentile
ai quattro venti.
In questa condizione
essenza
della condizione 
antecedente.
Tremula, inflessibile
indugia nel tiepido
grembo 
che ti aveva concepita.
Accoglierà 
il tuo trasalimento
estremo
un reliquiario
cullato
dalle stelle.




 

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