Ombra
L'Ombra tacque.
Ammantata di sé intuì
e repentina comprese
di non avere interlocutrice
con cui dialogare.
Era stata matrice di una
genesi di inestimabile
pregio che discendenze
deplorevoli non avevano
mai voluto coltivare
nutrendo radici con
la virtù sapiente di un
intelletto la cui qualità
saliente avrebbe dovuto
essere "equilibrio".
L'equilibrio sostiene gli
Universi nel perpetuare
il moto della loro danza
la cui coreografia
non prevede collisione
alcuna tra corpi celesti
affrancati dall'imponderabile
fascino di una attrazione
reciproca ormai
del tutto priva di finalità,
compone antitesi transitorie
ma latenti e mai guarite
del tutto inducendo una
atarassia che spegne, sul nascere, ogni ipotesi di
conflitto.
Differisce l'ineffabile fine
del gioco per il piacere
sottile della sua
permanenza,
impertinente o
intemperante che sia.
Un gioco solitario come conviene al gioco
tra ombre.
Ammaliatore.
L'Ombra tacque.
Non appena le
divenne chiaro che di
soliloquio si trattava,
percepi' istantaneamente
una fatica insopprimibile
che prosciugo' la fonte
della sua energia ormai
rarefatta, più simile ad
un riflesso che alla
proiezione originaria.
Presa da sgomento
cadde lentamente
con liquida eleganza
in un sopore avvolgente,
quieto, coincidenza
di tutte le antinomie
che la genesi aveva creato,
la accolse,
imperturbabile
una solitudine nella quale
si immerse, felice.
Con l'Ombra defluirono il
Pensiero, il Sogno e tutto
ciò che loro era appartenuto.
" Avete costruito cattedrali
di cristallo ialino sopra
una palude".
Immagine fotografica di
Pamela Bertasio.
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