Ti vinse il sonno

Infine ti vinse o ti arrendesti
al sonno, profondo
 e fugace e per questa
 palese antitesi, sacra perché 
fu la fonte del comparire
della vita e sacrilega
perché da quel 
medesimo grembo,
simultaneo, inesprimibile
la forza sostanziale, si
espanse il dolore, derisa
e millantata, temuta,
quieta Maestra, la Morte
sognò sé stessa, 
risolvendo
estrema la questione.
Quel tormento, chiese,
perché non abbandoni?
Da troppo tempo ti avvolge,
sapienti spire, incalcolabili
per numero, danzanti
mutaforma, seducenti
per promesse discretamente 
pattuite non per essere
mantenute, previo accordo
reciproco, si intende.
La coreografia aveva
elaborato una congrega
di giullari di provata 
esperienza per offrire
amusement, divagazioni
metamorfiche e parabole
non facilmente 
interpretabili,  alla corte
delle ombre immota,
mirabile il proscenio.
Anche questo invito
declinasti, avvinta alla nana
regale,  presenza
sagace, ti lasciasti andare
al sonno, profondo 
fuggevole. 
Senza risveglio.


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