All'incanto

La trattativa era segreta.
L'oggetto della trattativa 
nascosto in un incunabolo
tanto pregiato quanto
irreperibile. Tentoni lo
cercavi dal primo istante
in cui avesti coscienza
della tua discesa, della
transazione che aveva reso
possibile, legittimandolo,
il sacrilegio.
Era stato millantato per 
essere altro, ma non credevi.
La comprensione era 
stata subitanea,
inequivocabile. Non ti
lasciava alternativa.
Uno spazio immenso si
offri' al tuo sguardo,
squarciato da spaccature
strette, profondissime.
La visione di questo
anfiteatro era rimasta
inalterata da eoni.
 Identica al suo 
apparire la prospettiva
come ieri, così oggi, ti
tormentava pungente.
Cose inanimate, resti
evanescenti, corpi
addormentati accatastati
con eleganza, giacevano
nel freddo algore di quello
spazio, in quel dato sogno,
ricorrente, 
immediatamente 
caduto nell'oblio.
"A volte splendevi di riflesso,
a volte il lucore degli
universi si riversava 
nel cuore.
Più sovente
ti avvolgi nella materia
oscura, nel suo
 inconoscibile ignoto."
La scorgesti, invisibile,
così leggera che
 un soffio la sollevò 
per deporla,
 con delicatezza estrema,
sopra un piccolo
altare primitivo.
Era stata ceduta
all'incanto, 
al miglior offerente
che, peraltro inappagato,
ostile, l'abbandono'
fugace.
Fu allora che ti venne 
incontro
con occhi di luna,
riconoscendo 
la tua forma
quell'Anima perduta,
ritrovata
all'incanto.
















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