Vecchia canzone

Si affacciò al vano porgendo 
sé stessa senza imposizione.
Cerchi concentrici muoveva
natante quieta bramando
l'esito.
Ti chiese, osservando
con premura la tua danza,
 quale inclinazione segue 
cauto il pensiero, franto da divinità gelose?
Quale forma vela,
segretamente protettiva,
i margini gentili delle cose
che circondano mondi
e sfere trasparenti?
In bilico l'Ombra sorrise 
su quel filo lucente, 
resistente all'imponderabile,
congiunzione di anime 
agli antipodi non più dolenti
per la distanza cui erano
state condannate.
Ti chiese infine quale fosse
il mondo reale tra quelli
che ti avevano concepita,
espulsa, allontanata.
Non potesti offrire risposta
alcuna al quesito.
Un profondo silenzio
accarezzò la veglia delle
anime, effuso amore
all'infinito, ricongiunte per
il battito nell'eterno 
affondare.
La Nutrice ti sospese,
indifferibile.
Immagine fotografica
di Laura Notario





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