Suono e silenzio

Dimora nel suono, anima mia, 
pur essendo il silenzio
tuo albergo soave.
È simile ad una preghiera 
l'esortazione
disattesa anche se 
inalterata nel tempo.
L'inferno è la tua vera casa,
replicato eternamente,
nulla resistendo al suo
insostenibile soffrire.
Di quella zona profonda,
intoccata, dell'anima, del
suo fondo inespugnabile,
sua matrice pura, siamo
custodi? Dell'albore della
sua origine, reliquia
invisibile, depositari?
Sopravvivra' all'oltraggio?
O quella zona sacra
fu archiviata nell
abisso della Hybris
e della sua sete 
inestinguibile?
Quell'Anima, il suo fondo  
fonte di anime  recluse,
magnificanti essere
dissetate 
e sazie senza nutrimento 
alcuno, pervase di
coincidenza 
di frammenti
spaesati, interiorità sottile
come la membrana 
che separa mondi, 
armonia celeste.
Questo percorso sembra
inoltrarsi nella nebbia
di una Utopia lontana 
galassie, irraggiungibile
se non nella resa.
Può consolare l'afflitto
il riverbero di illusioni?
Assenza di speranza, 
Spoliazione dalle carni
transumanti. 
Non percepisci 
il dolore del mondo 
delle miti forme viventi
sacrificate.
Non senti l'agonia.
Nell'altrui agonia, la tua.
Dell'Altro siamo speculari.
Siamo l'Altro. La sua paura.
La sua agonia.
La sua morte.
È così vana l'agone.
Solitaria. 
Insensata.
Immagine fotografica 
di Donata Donati 







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