Ampolla

Fu proditoria, imprevedibile ma la qualità peculiare della decisione e della conseguente ragionevolezza, innegabili.
In quell'ampolla venne messo in clausura il flusso del tempo.
O, posso ipotizzare, ma è pur sempre una iperbole, non contrastata per l'impossibilità di verificarne l'autenticità, che il tempo stesso, avendo esaurito il quantum di energia a disposizione, per essere stato consumato avidamente e senza criterio alcuno, vi si recluse.
Il tempo, finalmente, accettò, forse di buon grado, l'idea che teoreti avevano elaborato. 
"IL Tempo non esiste". Anzi nulla esiste perché tutto è Maya. 
Illusione. Ma fa male, tanto male. Come se fosse reale. Soffrono anima e materia. E questo dolore è diventato intollerabile.  Permane da quando la vita si affaccio ' a sé stessa e alcuni dei suoi elementi si dettero alla invenzione della realtà, la materializzarono e le conferirono la "loro natura".
Iniziò il computo del fluire e della fluidità.  Si crearono argini, si distrussero montagne, si deviarono fiumi, si essiccarono laghi e avvelenarono oceani e spazio e aria. Si commisero stragi e una coltre di violenza si stese sulla Madre Terra. Dapprima lentamente, in seguito, sempre più vorticosa l'affermazione del suo dominio.
Il tempo, pur non esistendo, veniva misurato. Nelle clessidre scorreva, nelle onde di marea, nelle corse delle nubi, nel rotolio di massi erratici, nello sfolgorante ritmo dei corpi celesti, ammassi stellari, incandescenti le fasi del "tempo" incessantemente in moto, secondo le leggi di una cosmogonia anche ai più sapienti, ignota.
Era perpetuo il suo idioma?
Era permeabile all'aggressione di quella misurazione implacabile?
Anni luce,  un soffio , un sogno irripetibili. 
Ma se tutto ciò che ha un inizio, ha anche una fine, così avviene per ogni illusione creata, imprigionata in una urna che sigillano piombi e così è accaduto per il tempo. L'ermetismo della sua clausura, l'epilogo del suo computo. La sua lisi. Il tempo, che non esiste, la fine della virtualità sconfinata cui si era dato con generosità, e dalla quale fu trafugato con atto di estrema albagia, il tempo, dormiente il suo fluire nell'ampolla di vetro trasparente, nella sua clausura fu  decretata la nostra fine  Senza tempo non esistiamo.  Saremo cancellati interamente perché senza tempo non esiste più  neppure la memoria. 
Nell'ampolla il nulla.




 

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