Se fosse già accaduto (parte prima)
Osservavi, e tuttora osservi,
con attenzione meticolosa,
al limite di una maniacalita'
sia pure ben dissimulata, gli affari del mondo.
E per " mondo"
non intendi certamente la
cosmogonia elegante di
Universi indaffarati a
coniugarsi con tenerezza
imperturbabile o, anche, a
cercare di evitarsi, nell'intima
comprensione che una
collisione avrebbe causato
effetti catastrofici,
peraltro, non sempre eludibili,
forse differibili, ma non per
l'eternità, iperbole del pensiero.
Osservare come il mondo
si districa tra i suoi affari,
complicandoli oltremodo, è
una disciplina, che segui
tenacemente, non da
discepola, bensì da custode.
Custode ben collaudata
per esperienza, lucidità e
intangibile onestà
intellettuale.
La funzione di " osservatrice"
ti era stata assegnata da
tempo. Calcolabile con
unità di misura non ancora
divulgate perché non
scoperte. Né inventate.
Non saranno mai scoperte
per il imite inflessibile
concesso, imposto, alle potenzialità dell'intelletto.
Della sensibilità.
Della percezione.
Della stessa percettibilita',
atrofica fin dall' origine, o
atrofizzata per essere
divenuta patrimonio di una
archeologia industriale umana
sulla quale si addensa una
malinconia incurabile, una
galaverna senza tempo.
Ti fu consegnata una lente
insieme ad uno specchio
brunito molto antico.
Questi strumenti avrebbero
dovuto coadiuvarti nella funzione preziosa ma, supponevi,
effimera in quanto priva
di finalità alcuna.
Immagine fotografica
di Redi
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