contemplazione di un riflesso

Nel tentativo di rintracciare l'antica mappa di un mondo ipogeo che la volta celeste celeste riflette, fredda e impassibile, ridisegnare, imprimendo con forza,   linee confuse per il troppo tempo trascorso, esplorando, mi perdo. Uno smarrimento smaltato,  pietra miliare, in disfacimento, di una tratta non più definibile,  sconfinata la prospettiva,  ulteriore il suo auspicato punto d 'arrivo, polla profondissima, fonte in cui l'immerso si svolge, per l'ultima parte di un lungo tragitto, per l'ultima volta.
La sezione aurea di un pensiero mi trattiene, contenendo quel pensiero tutti i pensieri elaborati, liquidi edifici a costruire "la visione del mondo", matrice e sepolcro, da cui nessuno, fuggevole ectoplasma, uscirà trionfando.
L'anima percepisce il dolore di essere stata concepita e rinchiusa in un involucro. Di questa scissione e clausura patisce. Tornerà a comporre il canto, muta memoria del nulla. Senza più essere dilaniata da angoscia insopportabile, tornera' oltre il confine, non più esule, oltre il desiderio, la sua manifesta inesistenza, e l'immateriale diverrà sogno.

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