Anima (capitolo)

Ogni Anima, qualora non assente, è prigioniera della propria forma. Non solo la forma che le fu assegnata, consegnata in seguito, custodita reliquia, (non siamo a conoscenza se questa operazione fu intenzionale o meramente fortuita, dovuta ad una casualità imprevedibile anche se pregevole nella stessa fortuita'. Se vogliamo considerare l'una via, o l'altra, in ambedue i casi, le conseguenze furono ferali. ) ma anche della propria visione del mondo. E della visione del mondo altrui.
L'Anima è un  dolente pensiero.
Un fragile, evanescente ectoplasma, colmo di nostalgia, nostalgia insanabile, comprendendo la ragione la causa prima, univoca, di questa sofferenza, ma senza alcun esito riparatore.
Sempre che l'Anima non sia Utopia e il suo tabernacolo l'ombra di un sogno.
Reliquiario 
La forma animale è quintessenza di prigionia, una condizione propriamente stabile, atavica. Non lecita, non plausibile, inaccettabile, ma concessa per una legittimazione inconfutabile, senza "advocati digni" nella difesa dell'essenza di una vulnerabilità che si dovrebbe, per contro, venerare.
L'innocenza primaria che violarono e continuano a violare, è il pensiero  proiettato da un corpo celeste in agonia, la morte non intercede.
L'agonia si perpetua, implacato stato, permanente la sua brama nel trovare requie.
Mi chiedo, quale crudele forza nel sussistere della vita, che riconoscono come dono genti di ogni dove, impedisce la cessazione di dolore, di paura, di angoscia quando inenarrabile è il soffrire?
Perché non porta via forma e anima, la morte? Cancellando la memoria che la vita, suo malgrado, impresse,  tracciando.
Perché tanta resistenza nell'arrendevolezza, sequenza dopo sequenza, al vivere?
Mai, come quando disserta di vita e di morte, perde il senso di sé la specie umana, attraverso cantori e profetesse languenti.
Celebra l'una, paventa l altra, tortura l'una, esorcizza l'altra conferendo immortalità alla morte.
Insensatezza del senso e del suo declino nel delinquere.
Le parole si prestano ad un gioco sottile, tessono fili. Li recidono.
Tutto finisce.
Anche la più abile o scaltra strategia, i suoi disegni, in fondo prevedibili,  così palesi per una corruzione malcelata, nella loro non perdonabile, avida, esecrata finalità. 
Tutto finisce.
L'innocenza verrà assolta nell'assoluto.
Si può dire, di sé, di me, di loro
"verrà la morte è avrà i tuoi occhi".




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