Meditazione

"Aspettando Godot" è metafora della vanità di qualsiasi aspettativa possa elaborare "l"'uomo" in merito alla sua origine,  metafisica, divina, (?) alla parabola della sua esistenza, al destino, ineguagliabile meta senza appello, all'agognata immortalità, alla illusorieta ' della sua promessa.
In una dimensione disincantata iperbole di una attesa senza fine. Di un cambiamento? Un incontro incantato? Realizzazione di un sogno, di una speranza, che mai avrà luogo.
Aspettiamo, da parte di una entità imprecisata, l'offerta di una rivelazione che possa riconciliarci con l'angoscia di essere,  cancellare la paura di scoprire ciò che siamo.
Viene evocata soprattutto la percezione della miseria umana che pur ingioiellata e riccamente abbigliata,  sempre miseria, miseria morale, è. 
Al fondo di quel tempo, alla conclusione dell'attesa, una esattrice esigente, ci aspetta. Debitrici e debitori di un pegno, di un ideale tradito, o piuttosto rei di avere seguito ideali e dogmi, tradendo un'essenza interiore,  l'appartenenza ad un equilibrio primevo, debitori e debitrici alla vita della vita stessa.  Una sconfitta descritta con cupa ironia da anime veggenti, figlie di una luna nera.
Godot penombra, chi lo attende, ombra senza tempo.

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