Dove? Quando? Perché?

Ovunque, sempre, la ragione è nell'anima. L'anima brucia per crudeltà riflessa. Ciò che tocca, muore.
Ai confini del mondo, dove si addormenta il pensiero e transita nel sogno, troveremo pace, nell'ombra protettiva che corpi celesti punteggiano, ineffabili, oltre il manufatto umano e la sua formula crudele.
Rarefatte le linee, rifranto nell'infinito lo sguardo.
Se un principio divino abitasse la metafisica, quella zona ideale oltre la realtà fisica, meglio sarebbe stato incarnarlo qui, ora, esserne testimone e custode, qui, ora, latore o latrice materici della sua veridicità. 
La "realtà fisica" è altrettanto ingannevole del suo postulato. Il concetto elaborato in merito alla natura della realtà è fugace illusione.
"Tu" puoi osservare un fenomeno, assistere ad un evento, parteciparvi con emozione o freddamente, diversamente da "me". Anche la credenza che manifestiamo è differente tra  "te" e "me". La differenza dipende dall'ambiente ove siamo cresciuti, dall'educazione ricevuta, ma anche dall'intelletto e dalla sensibilità che ci contraddistinguono, in parte plasmati fin dal ventre materno, probabilmente anche in antecedenza, in parte, squisitamente personali. Un distillato, neofita ma antico.
Riusciamo a giustificare e dare credito e credibilità alle più malsane teorie, ai pensieri più morbosi, legittimando ogni forma di sopruso e sopraffazione grazie ad una visione del mondo corrotta fin dalle origini che ci colloca al centro di questo stesso mondo, unica specie con il diritto di alterare, dominare, conformare, possedere, consumare. 


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