Lotofagia

Mi dissero, traendomi in inganno, memorabili parole cadute in disuso, divenni lotofaga, e ne dimenticai il senso, chiave di volta del mio pensiero, dimenticai chi le disse e le nascose, argutamente, quelle parole profumate di silicio e fiori lasciati da ninfee impazienti, semi addormentate, reliquie, sulla superficie della volta, alla deriva, immature forme, ma potenti. Dimenticai ogni cosa vissuta,  anche la  poesia quadrumane, il cui candore abbacinava. La commpilazione  di alcuni diari, colmi di una nostalgia incline fortemente alla morte, non mi fu di conforto. La logica con cui, devota, li analizzai, non mi consolo' ma ebbe il potere di sedurmi, senza desiderio, con placida sollecitudine.
La cronaca non venne trasmutata in memoria. La ingoio' un sogno, oltre un varco di innegabile bellezza. 
La concezione della fine, oltre quella soglia, suggerì l'assoluto. Lì mi permutai nella mia essenza, il nulla.


Commenti

Post più popolari