Il cardine

Il cartello indicatore indica il nulla.
Sempre più mi affligge un tormento.  
La crudeltà umana corrompe ogni tentativo di sanarla, mimetica, ubiquitaria, insospettabile, patinata. 
Proviene da un'unica fonte,  miliardi di strumenti la veicolano, potenziali e reali. 
È possibile scardinare il cardine o meglio è lecito? Il cardine della crudeltà, così ben oleato, silenzioso, cellula dormiente nella mente di ognuno. Agile il suo destarsi. Basta poco. E il sangue diventa diluvio. L' 'anima cade in deliquio, fuga disperata.
"Fa rumore un ventre squarciato?
La lama affonda e fende, crea faglie la cui eco raggiunge l'intoccabile, senza nome, senza forma. Colui che fu inventato, o colei? Chi creò il pensiero da cui provenne la vita? Una traiettoria spiraliforme che conflui' in un fenomeno di incredibile portata, avvolgente la sua armonia, galassie e supernovae, sconfinati Universi concentrici, affioranti l'uno dall'altro, distanziati con leggerezza da profondità piene di vuoto.
Poi, comparimmo.
Colmare il vuoto.
Porre limiti all'infinito.
Rallento, sono marginale, al tempo, al suo decorso, limite allo spazio è una zona d'ombra, la sua frescura protettiva, invito non replicabile. 
Cessa di ronzare, sibilare, tormentare.  Il pensiero.
Attente farfalle intente ad una corte gentile, chi non vede travolge perché non ha udito mai il boato di un corpo che muore. 
Respiro alato della Terra. O pianto versato in segreto. 
Ci congederemo esausti, ormai inerti, inoffensivi. Sarà fugace la memoria e transitoria l'ombra del volo di erratiche libellule, le ali puntinate da un bulino celeste. Permarranno, incandescenti, al tramonto.

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