Interludio

È sottile, tanto sottile che un soffio lievissimo, un alito un respiro potrebbero incrinarne la superficie, mettendo a nudo il mondo sottostante. Un mondo liquido dipinto da radici liquide anch'esse, sfuggenti al tocco, inafferabili ad una presa, sia pure rapida, ghermente, rapace. Un mondo invisibile, ma non per questo irreale.
La lastra sottilissima gli è schermo silenzioso. Tutrice del suo fluttuare ne accompagna l'eco e la porta in dono, filamento, scaglia, pupille addormentate, remore che vanno attardandosi, leggiadre contro fianchi di purissima madrepora, disabitato è quel mondo, senza suono.
Su quella lastra riflettente una volta e la sua assenza, anticipatrice delle fondamenta su cui verranno edificati un sogno e la sua fine, venisti esortata a camminare. Inflessibile. E lì osservando transitare il tempo, ne conoscesti l'insignificanza, il potere, la grevità. Anche lo spazio ti si strinse intorno soffocando. Nascita? Questione imponderabile.  Morte? Risolutiva. Ambedue i corni del dilemma, di qualsiasi dilemma tu ti voglia dilettare, portano lì. 
La lastra di ghiaccio è trasparenza.

Particolare di un dipinto di Luca Gastaldo 

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