Il senso

Solo accettando l'insensatezza del
" venire alla luce" e la fenomenologia che ne segue, indecifrabile, si può coglierne il fragile senso.
Si delineano i contorni della funzione che rappresentiamo, l'intercambiabilita' del ruolo che ci fu
assegnato, il rifiuto ipotetico del ruolo stesso da parte dell'interprete, 
la negazione della regia che quel ruolo
ci attribuì. 
Dal punto di fuga si espande l'anima, riversando compassione. 
Tutto tramontera', dissero profezie, indipendentemente dalla nostra volontà,  buona o cattiva che sia. È un gioco di equilibri e squilibri, la vita, finirà anche il gioco, fluendo in un deja vu  memorabile, a ritroso.
A quel luogo ci condurrà la morte, leale compagna  di un sodalizio inalienabile, che la vita aveva ispirato, affluendo da un sogno al suo oblio.
La morte ha una vocazione intima, solitaria anche se celebrata. 
La sua liturgia, inconoscibile, 
rinnegata la profusione dei doni,  addolcisce la pena dell'anima raminga. 

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