Oblitera

Mi fu impartita una educazione virtuosa, quasi solenne nel suo  fluire da un rigore arcaico ad una ragionevolezza accurata, nello spazio profondo di questa parabola ho avuto possibilità incredibili. Una ribellione che avrebbe potuto sconfinare nell'ambiguita' di una veste che velava il compromesso e fors'anche la scorrettezza, per non definire con più precisione, una deliberata anche se mascherata propensione al "male". Mai avvenuta.
Oppure una obbedienza, non cieco atto di fede ad un credo, ma declinata da una critica, a volte severa, talaltra indulgente, mai compiacente, attitudine,  la compiacenza, originata da una sorta di simbiotico parassitismo tra le parti e con il mondo circostante. 
Ho navigato tra onde e marosi mi cullarono riverberi di lievi increspature dove le acque , posando l'imponderabile, decidono di refluire e tornare. Alla sorgente? Al punto di fuga che poi conduce intransigibile ad una visione completa del mondo?  Confluenza del non senso insindacabile, di ogni essere ceduto alla vita? e non senso della sia pur "amatissima vita". Mi trovo a contendere agli spettri, amabili resti, avvolti nel silenzio, agli antipodi. Di quale entità, in quale formula, o dimensione? Imperativa l'illusione che duole nel divenire materia oscura dell'essere.

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