Agnus Dei

Agnelli, piccola fragile ombra,
imprigionata in un ventre, un 
unico ventre opalino, chimera 
nell'infinito, piangente ricordo,
assiepato dietro orbite in attesa 
dell'obolo, spalancate 
sull'eternita. 
Li sospinge il canto del sole,
nel declino del tempo loro
concesso.
Contro il vetro soffiano la pena,
graffiando,  senza lasciare traccia. 
Inaudito pulviscolo di una eterea
diaspora, .beffarda salmodia, 
morente.
La sosta, brevissima, 
ha sconfinato.


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