Plato
Scorse fluide anime nello specchio
assetate di equilibrio, alla ricerca di
guarigione da antica malattia, etica era la meta, claustrale l'armonia. Composto, orchestrato il disordine, miniato in un un caos perfetto, immoto quel sogno che lo creò. La virtù primigenia unicità, univoco il pensiero nell'algore di una
mezz'ombra, monade senza tempio,
solitaria solitudine, antecedente
mondi. L'antidoto, errante formula, cercava la sua rivelazione.
Si deterse con la fiamma dalla corruzione l'ombra, incombendo
lenta e dilagando. Si dileguo' la memoria futura, vana anticipazione
del dolore. Una reticenza senza timore venne meno, ancella, similitudine con un raggio di luna ne filava la veste.
Dissimile sostanza, forma
temporale, spazio spoglio.
Gli abitatori refluiscono in un vorace
inferno, denso di tristezza.
I dettagli della pena sovrascrive a quelli della consolazione una mano
di filigrana.
Non è dato svelare l'arcano.
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