Nutrice

Ti aveva conferito una forma
perfettamente adeguata al
regno che ti avrebbe accolta.
Trascrisse, con indulgenza
innocente, il tuo codice,
traendo le sequenze da un
segreto, inviolato archivio.
Una sorta di memoria fossile,
ormai incorporea. Nessuno
in alcun tempo, neppure in
quel tempo che diverrà cella
e deserto disabitato da una
qualsivoglia forma vivente, 
neppure tra  le più primitive colonizzatrici forme viventi
a conoscenza del mondo,
sarà in grado di rivelarlo, 
tanto meno di tradurlo in
termini semplici e 
comprensibili, né di
 interpretarlo. 
Chi sarebbe stato in grado
di leggerlo, se privo della
chiave di accesso?
L'involucro che ti proteggeva
non era visibile se non 
vestito da una maschera
impenetrabile, avvolgente.
Una educazione severa
autoimpartita ( eri a
 conoscenza di arcani che
molti avrebbero voluto
percorrere ma per fini 
innegabilmente discutibili,
quindi a loro preclusi), 
disciplina dettata da
leggi irreparabili, guidava
le tue decisioni.
Le azioni conseguenti erano
altrettanto irreparabili.
La prospettiva che ti si 
poneva, enigma? 
Scioglimento di un dilemma
I cui corni riconducono
alla stessa meta, risolutiva.
Meta metafisica. Punto
di incontro tra antefatto
primigenio ed epilogo 
definito senza ulteriorita'.
Fosti configurata.
Nessun senso riconoscesti
a quella edicola silenziosa
collocata là dove si era
andata destrutturando
la pietra miliare tra qui e
il vuoto.
Si dispiego', emule, l'ombra
di quella rappresentazione. 


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