Sintesi

Quando fu formulato 
il primo pensiero,
una agnostica pietà 
pervase l'intricata rete
di vasi tra loro
comunicanti
l'arcano 
della formulazione stessa.
La sua indecifrabile
essenza, unitamente 
all'inspiegabile causa
dell' origine
ma, sovra ogni cosa,
la finalità, si embricavano
con voluttà suprema,
persuasive, seducendo
l'intelletto
una indeterminatezza
cangiante,
senza peso alcuno,
senza senso d'essere.
Un diaframma ialino
suggellava il passaggio
da una condizione
in cui la materia,
imperando suggestiva,
era cella per l'esule, 
ad un'altra, non superiore
per virtù 
ma parallela, 
condizione binaria
nella quale, l'anelito
alla trascendenza, 
avrebbe potuto
palesare sé stesso,
trovando pace.
Quel pensiero, immerso
ancora nell'ignoto, 
di cui l'ignoto 
avrebbe plasmato
la rappresentazione 
perfettamente 
risonante,
aveva il peso
di una farfalla.
Imponderabile
peso
di un raggio. 
Fu allora che la pietà,
quando la mezz'ombra
si distinse bene
nel proscenio
silenzioso e vuoto,
allevio'
inconsolabile
la tua passione.
" non appartieni a questo
  Mondo materico, non gli
sei mai appartenuta."
Ecco la ragione.
Immagine fotografica di Simonetta Minghetti
 














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