Senso non senso


Non c è senso, in noi.
Neppure non senso.
Ma una complicata 
dissennatezza, rovinosa.
" Non vedi perché non
  vuoi guardare."
" Non senti perché non
  vuoi ascoltare."
"Non percepisci per una
  voluta, volente atonia
  dell'anima."
L'ordine delle cose umane
è in questa dissennatezza.
Carnefice.
Cocente.
Concepimento e nascita
non sono di nostra 
competenza. 
Venimmo alla luce
da un buio profondo,
una avvolgente condizione 
di ineguagliata bellezza.
Non era stata prevista
una consultazione tra
le parti. Avocate
ed evocanti.
 Fosti interpellata, sorella?
Ti furono chiesti assenso
e consenso?
Partecipazione 
alla decisione?
La vita scaturisce da 
una congiunzione sinergica
che, nonostante il tuo 
ipotetico diniego, 
ti coinvolge, con esultanza,
ti comprime, dirompente
ti illude, illuminandoti,
sfera apologetica
del silenzio. 
Proiettata nella vita,
ne sei travolta.
Tuo malgrado fosti
costretta ad accettare
"il dono."
E fu arduo trarne talenti,
nutrirne l'anima,
trasformarli in entità 
degne.
Tentare di comporre
la dualità originaria al
fine di raggiungere
uno stato di armonia
che sconfinasse oltre
il dilemma irrisolvibile e
ne comprendesse il senso 
è una chimera.
Nonostante plurimi
tentativi compiuti, ci
sfugge la bellezza 
incomparabile del
suo permanere Mistero
e della sua divina
insensatezza.
"Frangenti si abbatteranno,
non previsti, da un epicentro
insondabile, per albagia".
L'inconveniente di essere nati 
1973 Emil Cioran. 






  

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