Panta Rei

La questione non è morire.
È nascere in un contesto
umano che legittima
l'abuso.
Nascere è il problema vero
che assilla gli innocenti 
del pianeta. 
Fino a che la piu umile 
delle creature verrà abusata,
non finirà l'abuso, non cesseranno violenza e
brutalità perché ne è stato
reso dogma il principio,
consacrati concetto e
azioni conseguenti.
Anche la tirannide, nelle
molteplici manifestazioni 
denunciate in questo
tempo crudele, è naturale
ripercussione di quel
"principio".
"Fino a che la più umile
 delle Creature sarà  cosa,
  tutti saremo cosa."
Il capro espiatorio è la
chiave di volta del potere,
anima del sistema.
Il sacrificio è garanzia
dell'immutabile suo
perdurare, consolidarsi
delle regole, rigidamente.
In passato i metodi erano
più brutali.
Tutto cade nell'oblio, il bene
che ci illudiamo di operare
e il male che perpetriamo,
di cui la natura umana è 
custode.
Lo disse, inascoltato, il
profeta, tradito da discepoli
nel corso di secoli, dal
loro cinico opportunismo.
Tradito dal padre che,
sapendo, lo consegnò.
"Chi è senza peccato, scagli
  la prima pietra."
Nessun dio ci può perdonare 
o assolvere.
Nessuna dei miliardi di
vittime, sterminate, 
consumate, può perdonare.
Permangono le azioni.
La loro eco, supplice.
Poi finirà ogni cosa umana,
nella vergogna.
La Madre Terra tornerà ad essere un Santuario. Senza cannibali,
né dissacratori.
Alla fine non avrà bisogno
neppure di difensori che la
proteggano.
Saremo scomparsi, evaporati,
non più utili, né gli
uni, né gli altri, ad incarnare
alcuna funzione, ricoprire 
un qualsiasi ruolo.
Riassorbiti, senza merito,
né memoria, né gli uni
né gli altri.
Noi, umani.
Immagine fotografica 
di Mara







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