Tormento
Ti tormenta la mutazione
di virtù primeve.
Inesistenti. Inestimabili.
In quel tempo, quando
l' intelletto non conferiva
senso alle cose ma misurava
il periplo dei sogni e la
coscienza era cosmogonia
segreta.
Erano stati tratte dall'ombra
del cuore solo per sottrarsene
non appena si rivelarono
singolarmente preziose.
Fu allora che la vita cadde
prigioniera dell'intelletto e
delle sue spire.
Pure, all'inizio? In seguito
contaminate con vigore
sempre più intenso.
Tutto fu consumato.
Nell'orrore.
"Il vuoto non si può colmare
se non con il nulla."
Hai il cuore a pezzi.
Sono vani i tentativi di
comporne uno nuovo.
Non esiste possibilità alcuna
di realizzare una forma
accettabile.
Riconoscibile a distanza.
La causa primaria era, è,
la sofferenza.
Non compensabile.
Non governabile.
Si spezzò all'atto incauto
del tuo concepimento
e i frammenti, già allora
sparsi ovunque,
mai cessarono
di espandersi, offuscando
la luce trasformarono
il diapason in silenzio,
un diafano silenzio
inconsolabile.
La sofferenza soffiava
senza che nessuno vi
ponesse fine.
Perfezione esiziale,
sobria la ninna nanna
della marea nascente
in un soffice sussurro.
Dal liquido ventre
affiorano
liturgie opaline,
filari bagnati
dalla nebbia,
reminiscenze oblate,
lunghe onde
emergenti
dal vuoto.
.
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